“Altre” medicine, anno zero

Il progetto di Testo Unico sulle Mnc cade assieme alla maggioranza uscente. Si ricomincia.


Fonte: la repubblica del: 08 11 2006

Si è conclusa da pochi mesi la XIV Legislatura. Come accade da circa 20 anni, dopo decine di consultazioni e audizioni delle associazioni di categoria e pronunciamenti importanti pro e contro il Testo Unico di legge proposto dal relatore, onorevole Lucchese, il Parlamento non è riuscito ad approvare una legge che regolamenti l’esercizio delle medicine non convenzionali nel nostro paese….

 

di Elio Rossi *

Si è conclusa da pochi mesi la XIV Legislatura. Come accade da circa 20 anni, dopo decine di consultazioni e audizioni delle associazioni di categoria e pronunciamenti importanti pro e contro il Testo Unico di legge proposto dal relatore, onorevole Lucchese, il Parlamento non è riuscito ad approvare una legge che regolamenti l’esercizio delle medicine non convenzionali nel nostro paese. La nuova legislatura è appena cominciata e sono già state depositate diverse proposte di legge in materia – onorevole Grillini, Ulivo (n. 1590); onorevole Lucchese, Udc (n. 874); senatore Silvestri, Verdi (n. 478); senatore Massidda. Forza Italia (n. 447); proposta riguardante la sola omeopatia, onorevole Stucchi, Lega Nord (n. 996); proposta riguardante il solo Shiatsu, onorevole Zanella, Verdi (n. 258). L’Unione ha inserito nel suo programma di governo l’obiettivo del “riconoscimento giuridico delle medicine non convenzionali e delle discipline bio-naturali”. I Verdi si sono impegnati ufficialmente ad arrivare a rapida approvazione di una legge, come aveva dichiarato lo scorso gennaio a Roma l’oggi ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio, e hanno annunciato che presenteranno ufficialmente a breve due proposte di legge, una per le medicine non convenzionali e una per le discipline bionaturali.

I nodi da sciogliere
Sono molti: una legge quadro oppure diverse leggi, da discutere in parallelo, che affrontino separatamente le questioni che riguardano le discipline di competenza di medici, odontoiatri e veterinari; le professioni sanitarie di chiropratico e osteopata, esercitate da operatori sanitari non medici e per i quali la legge Lucchese prevedeva l’istituzione di una laurea magistrale (5 anni). Infine le cosiddette “discipline bionaturali” pratiche non sanitarie normate in alcune regioni (Lombardia, Toscana, Emilia Romagna) che si occupano di promuovere il benessere delle persone senza porsi come intervento terapeutico, e che necessitano di un coordinamento e di provvedimenti nazionali omogenei.

Il ruolo delle Regioni
In assenza di una regolamentazione nazionale in questi anni diverse Regioni hanno assunto iniziative volte a favorire l’integrazione delle medicine non convenzionali e complementari nel Sistema sanitario pubblico e garantire maggiore efficienza e sicurezza ai pazienti. Molte hanno inserito capitoli dedicati alle medicine non convenzionali nei Piani sanitari regionali e sono state costituite apposite commissioni e/o osservatori regionali. La Regione Emilia Romagna, a luglio, si è avvalsa per la prima volta dell’art 121 della Costituzione, approvando un disegno di legge che in pratica è una proposta di legge che si unisce alle altre sottoposte al Parlamento. Un atto politicamente importante, un invito istituzionale che si aggiunge alla richiesta avanzata da anni da tutto il settore e che il Parlamento non potrà ignorare. Sempre a livello regionale è ormai in fase di avanzata formazione presso la Commissione Salute della Conferenza Stato Regioni, coordinata dalla Toscana, un tavolo interregionale su questa materia. Si attende al più presto la costituzione ufficiale del tavolo a cui dovrebbero partecipare anche il ministero della Salute e gli organismi nazionali interessati. La recente approvazione del Decreto Bersani, che all’art. 2 abroga le disposizioni legislative e regolamentari che prevedono il divieto, anche parziale, di pubblicizzare titoli e specializzazioni professionali, potrebbe consentire di superare da subito il divieto, previsto dalla legge del ’92, di pubblicizzazione di titoli, come i diplomi di esperto nelle varie MnC non riconosciuti in Italia.

La questione farmaci
Nell’ultima seduta il Consiglio dei ministri del precedente governo aveva approvato il Decreto di recepimento della Direttiva comunitaria 2001/83/CE, recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Le associazioni di categoria lamentano una scarsa presenza e un ruolo ridotto degli esperti di produzione e commercializzazione dei medicinali non convenzionali nelle commissioni previste dal provvedimento.
Nel frattempo il prezzo dei medicinali omeopatici più comuni è stato ridotto considerevolmente, consentendo un maggiore accesso alle cure, mentre le medicine complementari e alternative sono menzionate come possibile tema di ricerca nel capitolo “Ottimizzare l’erogazione di salute” nel 7 Programma dell’Unione Europea, finanziato con quasi 6 miliardi. Segnali importanti di attenzione verso i consumatori. Sarà raccolto questo messaggio anche dalle istituzioni italiane ?
* Ambulatorio di omeopatia ASL 2 Lucca