Fonte: Dr. Raffaella Pomposelli del: 28 02 2008
Carissimi,
con stima e affetto desidero condividere con Voi alcune riflessioni emerse ripercorrendo la giornata di confronto.
Innanzitutto grazie! Sono riconoscente ai dr. Antonio Abbate, dr. Eugenio De Blasi, dr. Pietro Federico, dr. Maurizio Italiano, dr. Alberto Magnetti, dr. Giacomo Merialdo, dr. Roberto Petrucci, e a tutti coloro che hanno partecipato, per essersi voluti confrontare ed esserci stati.
Sento che insieme abbiamo posto la pietra miliare per guardare, prendere coscienza dello stato dell’arte in cui è l’Omeopatia Unicista. Sono emerse le differenze e la soggettività di ognuno, che hanno mostrato come e quanto sia sottile, delicato, profondo e in continuo divenire essere Medico Omeopata. Ognuno di noi ha mostrato punti convergenti e non. In verità l’unica concreta divergenza, si è mostrata essere la prescrizione del rimedio. Dall’ascolto del paziente, delle sue sofferenze, alla sua peculiare ed individuale risonanza a livello neurologico presente almeno da due generazioni (è emerso poi che anche uno zio del padre è morto per complicanze da Parkinson), della sua capacità intrinseca di accedere alle forze della natura, alla sua casa e agli affetti per placare il suo disagio interiore, la sua chiarezza di pensiero e di valori. In altre parole da parte di tutti noi, c’è stata unanimità nell’ascoltare e nel comprendere le sofferenze di Saverio, la via che ha percorso dalle generazioni precedenti a lui, la peculiare modalità di estrinsecarsi della malattia. La puntualizzazione severa e appassionata del dr. Renzo Galassi e la risposta vivace da parte mia sulla necessità di guardare e vedere senza inorridire lo stato dell’arte in cui ci troviamo, ha avuto il merito di far esplodere il disagio che tutti sentivamo crescere, man mano che le differenti prescrizioni venivano indicate. Renzo ha avuto l’ardire di esplicitarlo…Riflettendoci successivamente, ho provato molta stima e affetto e ho accolto il suo urlo di angoscia e di smarrimento…
La risposta che è stata suggerita da ognuno di noi in base al proprio percorso individuale di formazione ed in base alla sua sensibilità, ha posto differenti quesiti che esigono riflessione e confronto.
Che cosa è la diagnosi energetica? L’individuazione della profondità della sofferenza del paziente nel suo senso più ampio deve coincidere con il punto da cui partire nella scelta del rimedio? E da dove si inizia ad osservare l’evoluzione della sintomatologia? e la direzione che essa prende?
Il rimedio che andiamo a prescrivere è il “pull” di energia, è l’informazione che corrisponde a quella generata dall’organismo sotto stress, sofferente e serve a liberare il flusso ostruito dell’energia vitale? E che cosa deve andare a toccare? La personalità del paziente o ciò che all’interno del suo ordine ha assunto un disordine disgregante che ne limita la libertà? E ancora quando parliamo di totalità sintomatologica da prendere in considerazione per prescrivere, dobbiamo scegliere sintomi peculiari e caratteristici della personalità o della persona sofferente?Il valore dei provings è assoluto o quando le parole del paziente che descrive la sua sofferenza coincidono anche con l’espressione della patologia conclamata, il proving e le parole dei provers perdono valore ai fini della scelta del rimedio?
E’ stata una giornata ricca, colma di discussione, riflessione, di fermento: ognuno di noi ha dovuto riguardare i suoi schemi interni e ha dovuto confrontarsi. Le riflessioni e il confronto continueranno nei prossimi mesi poiché riceverete ogni quaranta giorni un report dettagliato da parte mia sul quale saranno indicati i cambiamenti se ci saranno, della reazione dell’energia vitale e dell’evoluzione sintomatologica di Saverio dopo l’assunzione del rimedio. Saranno i fatti e solo quelli, a farci trovare la coerenza tra ciò che postuliamo e ciò che andiamo a curare. Noi tutti sappiamo bene che la nostra Divina Omeopatia è la medicina dell’esperienza, è l’arte medica che abbiamo scelto di praticare con responsabilità e vogliamo con coraggio conoscere ed affinare sempre più per noi e per i nostri pazienti. Il confronto che abbiamo iniziato ci farà uscire dalla lotta solitaria, ci farà crescere come uomini, come donne e come professionisti: le divergenze possono diventare una ricchezza per tutti.
Un abbraccio forte ad ognuno di voi e un arrivederci a Verona per il Congresso FIAMO il 21-22-23 novembre 2008.
Dr. Raffaella Pomposelli
Verona 28 Febbraio 2008