“la conversione”


Carissimi docenti, vi invio questa poesia che ho scritto alla fine di questo triennio di studi. E’ dedicata alla grande arte omeopatica. Benedetta Gobbi Frattini

Da bravi studenti all’università
alle prime armi futuri scienziati,
pieni di entusiasmo grazie all’età
diligenti dottori siamo diventati.

Ci raccontarono una storia credibile
quei professoroni con tanta boria,
poi un bel giorno scopriamo il “simile”
e, all’improvviso, cambia tutta la storia.

Perché ci accorgemmo, nostro malgrado
che tutti quei farmaci così millantati
in realtà non erano in grado
di regalarci gli effetti desiderati.

Effimere promesse poco sincere
di guarire davvero i nostri pazienti;
in realtà, soltanto chimere
e dei nostri risultati eravamo scontenti.

Delusi dopo tanta passione,
tanti anni di studio avevamo investiti,
ma cos’è la vera guarigione?
Di essere medici siam forse pentiti?

Veleni tossici che silenziano il male
ma non eradicano la malattia,
ogni farmaco si rivelava tale
ed allora, qual era la via?

Come aiutare nella guarigione
i nostri pazienti tanto fiduciosi,
senza operare una soppressione
con quei prodotti così perniciosi?

Una medicina che realmente cura
non può rivelarsi una delusione,
ma deve garantire salute duratura
e qui nasce la nostra passione.

Deve strappare le radici della malattia
e non limitarsi a guardarne gli effetti,
all’inizio può apparire una follia
secondo la cultura cui siamo soggetti.

Ma uno straordinario genio tedesco,
ebbe l’illuminazione che cambiò la storia
e grazie al suo intuito pazzesco
del suo nome non si perderà memoria.

Egli scoprì che ciò che può far ammalare,
in dosi minime ed energizzate,
lo stesso male che procura può curare
e le vecchie certezze vengono spazzate.

Questa sua legge così affascinante
rivendica impudica la sua bellezza,
è una sfida difficile ma assai eccitante
e del suo scopritore testimonia la grandezza.

Perché da secoli la natura,
ci offriva gli antidoti ai tanti suoi mali,
ma solo quell’uomo di ‘sì elevata statura
seppe riconoscere i medicamenti come tali!

Nelle nostre mani ed in nostro potere,
rifiutata da tanti come un’eresia
si eleva nel tempio del sapere
questa nuova legge che si chiama Omeopatia.

Un sapere così nuovo e così antico
emerso da un’incantata ispirazione
non esagero quando dico
che della medicina tutta è la rivoluzione.

Come San Paolo sulla via di Damasco,
guidata da un’illuminazione
a questa nuova dottrina rinasco
e inizia così la mia conversione.

Abbandoniamo il concetto di materia
riscopriamo quello di energia,
non c’e’ molecola, ma è una cosa seria
oppure chiamiamola magia.

Ci affidiamo alla fisica quantistica
per cercare di razionalizzare
ciò che non sfugge alla legge statistica
cioè che il rimedio risulta funzionare.

E ciò che oggi vogliamo spiegare
è che l’informazione nel rimedio contenuta,
come Hahnemann si limitò ad osservare,
Avogadro permettendo, non va mai perduta.

A questo concetto ci si riallaccia,
essenza impalpabile di guarigione
anche se della materia si è persa traccia
l’acqua ne imbriglia l’informazione.

Espressione vivida di verità
che osa sfidare le leggi della chimica
acquista sempre più dignità
a dispetto di una critica cinica.

Non è per il gusto di rinnegare
la nostra prima formazione,
si tratta solo di osservare
cos’è la vera guarigione.

Questa nuova legge rivoluzionaria,
che ribalta tutte le certezze
è tanto spudorata quanto straordinaria
ci sbatte in faccia le nostre piccolezze;

vale a dire quelle presunzioni
di conoscere tutto, senza alternativa,
senza voler ascoltare le ragioni
che una visione olistica ci offriva.

Perché non ci hanno abituati
a considerare l’organismo come un insieme,
siamo purtroppo stati addestrati
a compartimentare tutti i distretti per bene.

In questi tre anni ci avete regalato
gemme luminose di questa grande arte,
grazie per ciò che ci avete insegnato,
ora sta a noi far la nostra parte.

Perché questo sapere affascinante e prezioso
non merita di restare relegato
tra gli appunti di uno scaffale polveroso,
può restare vivo soltanto se praticato.

E se questa è la nostra missione,
divulghiamolo senza inquietudine,
che l’unica via di guarigione
è la legge della similitudine.

Ognuno vivrà il suo percorso,
poi a parlare sarà la storia
che come sempre farà il suo corso
e che come l’acqua conserva la memoria.

Benedetta*

* Benedetta Gobbi Frattini – Studentessa del 3° anno di Corso