Per leggere l’intervista-incontro “la mia omeopatia non è medicina” clicca qui :
http://archiviostorico.corriere.it/2008/maggio/25/mia_omeopatia_non_medicina_co_9_080525125.shtml
Milano, 30 maggio 2008
Gentile Signor Boiron,
ho riflettuto a lungo sulla Sua intervista al “Corriere della Sera” del 25 maggio 2008. Non è stato semplice né indolore decidere di esternarLe le mie riflessioni.
Ritengo che la strategia di comunicazione da Lei adottata a danno dei Medici e dei Farmacisti di formazione omeopatica unicista, ha essenzialmente il fine di dequalificare il farmaco a prodotto di largo consumo, allo scopo di vendere solo sempre di più ed in qualunque fascia di età. Lei desidera che il farmaco, in particolare il rimedio omeopatico sia sempre meno percepito come “non pericoloso” ,” non tossico” anzi naturale , che si può serenamente auto-gestire pressoché con la stessa inconsapevolezza con la quale si acquista uno shampoo.
Non mi sorprende non è nuova questa modalità di manipolare l’informazione a favore dei proventi è la stessa logica che ha portato all’istituzionalizzazione delle parafarmacie nei grandi centri di distribuzione e che presto elimineranno anche la figura del farmacista mettendo i pazienti in condizione di auto-prescriversi farmaci senza avere competenza.
Questa pratica è fuori da ogni etica e può evidentemente solo creare nuovi danni alla salute dei cittadini.
Noi medici omeopati da sempre per cultura e per professionalità, ci siamo battuti per una responsabilità nella ricerca continua sia del rimedio simillimum, sia nell’uso del farmaco solo se veramente necessario.
La nostra logica si scontra con la Sua logica commerciale, ma grazie alla nostra competenza aziende anche come la Sua possono avvalersi dei
fatti e dei risultati che otteniamo. Noi non siamo professionisti compiacenti con le case farmaceutiche sia allopatiche che omeopatiche perché ci poniamo dalla parte della salute e ci facciamo carico della fiducia che il paziente ripone in noi. Come medici siamo ribelli, scomodi e curiamo con competenza professionalità, onestà , chiarezza e i nostri pazienti sono così non facilmente manipolabili. Comprendo la Sua stizza quando afferma che l’individualizzazione della cura del paziente è la chiave della nostra ragione di essere, si contrappone proprio al Suo bisogno di uniformare terapie, farmaci omeopatici, farmaci da banco e. per vendere.
Noi vigileremo sulla salute dei pazienti, sulla qualificazione sempre più appropriata della nostra professione su chi non osserva alcuna etica sulla salute del vivente perché chi porta la malattia stampate nel corpo e nell’anima ne ha una conoscenza unica ed insostituibile.
Chi cura deve saper ascoltare ed interpretare con gli strumenti della propria competenza. Quando questo incontro avviene, la cura è efficace e produce nuovo sapere. Tutto questo non siamo disposti a svenderlo.
Distinti saluti.
Dott.ssa Raffaella Pomposelli
Medico – Chirurgo Omeopata
Presidente dell’ Associazione Belladonna
Direttore della Scuola di Medicina Omeopatica di Verona