Confronto Culturale

Dal punto di vista del confronto culturale, l’insegnamentodell’omeopatia presenta due distinti problemi:

– lo sviluppo della conoscenza in omeopatia
– il rapporto fra l’omeopatia e le altre scienze e discipline

1) lo sviluppo della conoscenza in omeopatia

Nello sviluppo storico dell’omeopatia si sono sviluppatediverse scuole di pensiero, raccolte intorno ad omeopati di grandespicco (“maestri”) che se da un lato hanno permessolo sviluppo iniziale dell’omeopatia, dall’altro hannocreato interpretazioni e significati dell’omeopatia scarsamentecomunicanti fra di loro. Oltre a ciò, le scuole basate suimaestri hanno spesso creato una sorta di “dogmatismo omeopatico” cheha sostituito i principi ai fatti ed ai risultati clinici [1].
Oggi, questo non è più possibile: l’omeopatia è cresciutae le conoscenze sono diventate così vaste che un solo maestrood un gruppo ristretto di allievi non può possederle completamente.L’ulteriore sviluppo dell’omeopatia richiede il continuoscambio fra omeopati provenienti da diverse scuole ed esperti neivari campi. Da questo punto di vista, la situazione della Scuoladi Medicina Omeopatica di Verona è privilegiata: i docentiprovengono da diverse scuole di pensiero e ciò ha permessoun confronto delle varie impostazioni sui temi della didatticae della clinica. In tal modo gli studenti hanno una formazioneomeopatica più ampia e più avanzata scientificamentedi quella tradizionale che è ancora basata sulla figuradel “ maestro” [1].
Attualmente, il confronto fra le varie scuole permea la didatticadi tutte le materie; inoltre, la necessità dell’approfondimentodell’omeopatia ha determinato l’istituzione, per laprima volta in Italia (nel 2001), di un nuovo insegnamento: lastoria del pensiero omeopatico [2].
Ma c’è di più: oltre al necessario confrontofra le varie metodologie omeopatiche, è oggi possibile unaintegrazione delle varie scuole di pensiero per aumentare i risultatidell’ Omeopatia?
A questo proposito, occorre notare che la ricomposizione culturaledel mondo omeopatico è possibile, a patto che si ripartadalla radice comune, che è rappresentata dall’operadi Hahnemann. A differenza di altri libri di medicina antichi,i testi di Hahnemann sono ancora oggi attuali in quanto sono basatisu una solida base sperimentale e clinica: dall’insieme diqueste osservazioni sono stati tratti i principi terapeutici dell’omeopatiache sono applicati con successo dagli omeopati di tutto il mondo.
Necessità del confronto delle metodologie omeopatiche, confrontoche riparte da Hahnemann: negli scorsi anni la Scuola di MedicinaOmeopatica di Verona, in collaborazione con la Società Italianadi Medicina Omeopatica, aveva iniziato a programmare dei workshopdi metodologia omeopatica. Dall’unione di queste due esperienze, è natafra il 2001 ed il 2002 una iniziativa unica in Europa: l’organizzazionedi una serie di workshop di confronto sulle varie metodologie classichein omeopatia.

2) il rapporto fra l’omeopatia e le altre scienzee discipline

Il fondatore dell’omeopatia, Hahnemann, ha più volteaffermato che la pratica dell’omeopatia esclude l’usodei metodi convenzionali (allopatici, nel linguaggio degli omeopati)nel trattamento delle malattie. Questa posizione, insieme alladiffusa ostilità del mondo convenzionale nei confronti dell’omeopatia,ha creato il concetto dell’omeopatia come medicina alternativa(a quella convenzionale); in realtà, una lettura attentadell’Organon chiarisce che, almeno in alcune situazioni,lo stesso creatore dell’omeopatia giustifica altre terapieoltre all’omeopatia [3]. Oltre a ciò, i medici omeopatiogni giorno verificano come sia necessario in numerose situazionicliniche integrare l’omeopatia con altri approcci [4] (peres. terapia nutrizionale, terapie fisiche ecc.). Ciò haportato al concetto più avanzato dell’omeopatia comemedicina complementare , che può essere, a dovute condizioni,integrata con altre terapie. E’ comunque evidente che, nelsingolo paziente, l’azione delle altre tecniche terapeuticheutilizzate non deve antagonizzare l’azione del rimedio omeopatico,ma al contrario deve
aumentarla e\o favorirla (sinergia terapeutica). Ciò però richiedeuna profonda conoscenza pratica e teorica sia dell’omeopatia,sia delle altre tecniche utilizzate. Richiede anche la conoscenzadelle possibili similitudini ed anche delle rispettive diversità:in caso contrario si assiste ad una “insalata terapeutica” cheporta a confondere i sintomi del caso e quindi in prospettiva,a diminuire invece che ad aumentare i risultati.
Che fare? per ogni disciplina occorre costruire dei modelli teoricidi riferimento e poi verificare nelle situazioni cliniche concretese e quando l’omeopatia possa essere integrata con altreterapie (e viceversa!) . iò richiede un approfondito lavorodi equipe fra diversi specialisti culturalmente aperti e fortementemotivati a superare la logica del “proprio orticello” peril beneficio del paziente.
La Scuola di Medicina Omeopatica di Verona ha concretamente iniziatoquesto lavoro di integrazione. Il primo banco di prova concreto è statorappresentato dal rapporto fra omeopatia, psicoterapia, psicosomatica.Sulla base di questi principi, il lavoro di confronto è portatoavanti anche verso altre discipline e campi di conoscenza [5]: questo metodo costituisce la base per iniziare concretamente adintegrare l’omeopatia con altre discipline terapeutiche,allo scopo di aumentare i risultati terapeutici nei singoli pazienti.

Referenze e note

[1] Per una discussione sul dogmatismo in omeopatia, si veda: Morrel P. Against dogma in homeopathyhttp://www.homeoint.org/morrell/articles/pm_again.htm.

[2] La piena comprensione dell’omeopatia richiede anche la conoscenza del contesto storico in cui si sono affermate le idee e la pratica degli omeopati. A questo proposito, la Scuola di Verona ha organizzato, nell’ottobre 2001, un seminario con la Prof. Barbera, autrice del testo “Oltre il dissimile“ – HMS edizioni, che tratta le basi storiche e filosofiche del pensiero di Hahnemann.

[3] Hahnemann S . Organon of the medical art. §67 nota a. Qui Hahnemann giustifica altre terapie (al posto dell’omeopatia) nelle situazioni di emergenza.
Oltre a ciò, Hahnemann ha sempre avuto una notevole considerazione della chirurgia e dei suoi risultati (l’omeopatia è una terapia di carattere medico e non chirurgico).

[4] Clover A . Homeopathy reconsidered – a new look at Hahnemann’s
Organon. Victor Gollanz, London 1989, pag. 96. Inoltre, ogni medico omeopata non deve esitare a prescrivere o consigliare la terapia convenzionale, nel caso che l’omeopatia si stia dimostrando inefficace nel paziente, o che la patologia di cui soffre il paziente non sia trattabile con l’omeopatia.

[5] Ad es, nel novembre 2001, una delegazione della Società Italiana di Medicina Omeopatica (composta da docenti della Scuola di Verona) ha partecipato presso l’Istituto Superiore di Sanità al IX corso introduttivo di Farmacoepidemiologia. La conoscenza degli elementi di base della epidemiologia è infatti fondamentale per la valutazione degli effetti dell’omeopatia su gruppi e popolazioni di pazienti.ni di pazienti.